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nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.

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Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).

 

Nella vita prima o poi ...

scoiattolo_07atutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".

 

CAR 12

L' ultimo giorno in caserma (Imperia)  
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fo_win3  13° parte   La caserma di Imperia

Il giorno dopo invece con tuta e l' equipaggiamento individuale fummo invitati a salire per l' ultima volta il "valtellino", cosi' si chiamava quel colle, e lo facemmo volentieri perche' sapevamo che avremmo saputo dallo stesso capitano la nostra prossima destinazione. Saliti, ci fecero riposare, poi ci fecero sedere alla maniera indiana e il capitano su di un poggio incomincio' a leggere le destinazioni di tutti noi. Si sentivano i nomi dei Reggimenti, dei Battaglioni, delle Scuole, che a noi davano un senso di mistero.
Tutti si chiedevano cosa avrebbero trovato, dove sarebbero stati "assunti". La maggior parte fu destinata nel Veneto e nel Friuli, pochissimi in Piemonte, Lombardia e Sud.; parecchi tra cui io, fummo mandati alle varie scuole di Firenze , Roma e di Napoli. Io fui mandato alla Scuola Trasmissioni della Cecchignola in Roma, altri nella scuola di S. Giorgio a Cremano a Napoli. Tutti noi chiedemmo ai superiori se il posto destinatoci era migliore di quello di Imperia, e questi titubando rispondevano di non saper niente. Ritornati in caserma, trovammo appesi nel corridoio parecchi fogli sui quali c' era scritto tutto quello che avevamo sentito dal capitano. Io lessi ancora il mio nome con la destinazione e mi accorsi di avere l' incarico di 118; chiesi cosa significasse ma non ebbi nessuna risposta sufficiente e concreta.
Quel giorno andammo a vedere sempre in caserma le foto che numerate erano appese sui cartoni : erano le foto del giuramento. Io le guardai bene e ne comprai alcune per mandarle a casa. Anche quel giorno passo', anzi quella sera trovai nello spaccio un tizio che cercava uno che sapesse scrivere a macchina, io mi offrii ma mi dissero all' ufficio maggiorita' che dovevo rimanere ad Imperia, questo io non lo volevo perche' desideravo fare questo corso a Roma per vedere qualcosa in piu', per vedere Roma, per vedere la differenza, ma dovetti pentirmi quando constatai che si facchinava abbastanza e sinceramente rimpiansi Imperia.
I giorni passavano, consegnammo l' armamento con gli accessori, poi zaini, coperte e via dicendo, in ultimo i piatti !!, consegnando tutto il materiale si arrivo' alla vigilia del giorno 8 aprile, il giorno dopo c' era la partenza. Quel giorno preparai lo zaino valigia, come tutti gli altri infilai tutto il corredo da riempirlo all' impossibile, poi per chiuderlo chiesi l' aiuto di altri commilitoni; nonostante i miei sforzi rimase altro materiale, per cui fu necessario l' acquisto di un sacco militare usato a prezzo di uno nuovo.
car_12a Da sinistra : Chimenti di Taranto, segue poi Lioce di Bari, e per finire Schino, lo scrivente.
Quella mattina di vigilia fu la giornata dei preparativi, fu la giornata delle raccomandazioni da parte dei nostri superiori sul nostro comportamento in viaggio. Passo' anche quel giorno e si arrivo' al giorno 8, giorno della nostra partenza, ultimo giorno ad Imperia. Quel mattino il cielo era molto nuvoloso, prometteva pioggia, comunque speravamo che le previsioni migliorassero; nelle camerate ci fu un "casino"; io sparsi la voce di smontare tutti i letti ormai ridotti senza telo e senza materasso. In un baleno tutta la Compagnia smonto' i letti, le sbarre furono ammucchiate, le testate furono lasciate li' dove cadevano. Tutte le camerate restarono vuote in un baleno, mancava solo giu' al portone la scritta "Affittasi locali".
Pero' i fragorosi rumori avevano attirato l' attenzione di parecchi superiori, i quali domandarono in giro per sapere l' autore di quell' ordine; alcuni fecero il mio nome, indicato vennero da me che avevo assunto un perfetto "self-control" e risposi che anche a me era stato detto dello "smantellamento", conclusione si dovettero rimontare e rimetterli ai loro posti; fra le risate di tutti incominciammo a rimontare questa volta con un altro fracasso infernale.
Per la cronaca questa volta i superiori non vennero di sopra, se lo avrebbero fatto se ne sarebbero andati con i timpani rotti.
Mangiammo a mezzogiorno il penultimo rancio; si cerco' di prelevare qualche panino per il viaggio e poi ritornammo su in camerata per riposarci.
Nel frattempo il tempo si era fatto minaccioso, ma questo non ci preoccupava, ci preparammo, ci recammo nell' ufficio viaggi per ricevere la trasferta, poche centinaia di lire. Nel pomeriggio di quel giorno sabato 8 aprile 1967 comincio' a piovere con forte intensita', certamente la natura partecipava alla nostra partenza con scroscianti lacrime che impedi' di recarci alla stazione a piedi; pioveva e noi mangiammo l' ultimo rancio di Imperia, poi sarebbe stato l' ignoto, non sapevamo cosa ci aspettava, non sapevamo che il capitano diceva il vero quando affermava che ce ne saremmo pentiti quando saremmo stati alle varie destinazioni.
Salutai coloro che restavano loro malgrado in quella citta' per altre 4 settimane, salutai alcuni caporali, poi discesi dalle camerate "semidistrutte" con lo zaino valigia. Sistemai lo zaino sul mio dorso, presi il sacco color kaki contenente gli anfibi e suppelletiti vari, e scesi le scale, l' ultima volta che scesi quella scala che tante volte avevo salito in quelle settimane. Giunsi nel cortile coperto, vi erano altri gia' pronti, ciascuno sullo zaino, giacche' si dovevano caricare su un camion che ci doveva precedere alla stazione di Imperia-Oneglia.
La pioggia scendeva fitta e silenziosa, si sentivano gli "e' finita, e' finita", purtroppo era finito il periodo di addestramento, ora ci attendeva un periodo molto piu' lungo, si fece l' appello dei presenti e poi fummo invitati a prendere posto sui camion gia' predisposti dai rispettivi autisti. Indossavamo oltre alla divisa da libera uscita invernale anche guanti e il cappotto, gia' perche' quella sera faceva un po' freddo et i nostri superiori volendosi interessare della nostra salute ci obbligarono ad indossarlo, decisione che dapprima non fu approvata poi si' perche' ci accorgemmo che non sarebbe entrato nemmeno un bottone nello zaino.


La mia infanzia ?

Non ricordo molto della mia infanzia perche' non c'e' niente da ricordare, e non voglio ricordare !!.