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nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.

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Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).

 

Nella vita prima o poi ...

scoiattolo_07atutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".

 

CAR 08

La prima licenza  
  archive  
fo_win3  9° parte   Poligono di tiro

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Negli altri giorni poi sul campo di calcio ci fecero provare come si doveva lanciare una bomba SRCM, bomba con effetto difensivo; il suo effetto era quello di fare un buchino nel terreno e di fare molto rumore. Imparammo di cosa era fatta, le varie qualita' di elementi usati e noi sperimentammo il lancio con il fucile dietro alla spalla. Passavano i giorni, ogni tanto si usciva di sera dalla caserma, ogni volta si andava a mangiare qualcosa di buono; ormai la data del giuramento era stata fissata per il 2 aprile 1967 in forma solenne.
Una decade prima di Pasqua se ne andarono i congedanti; quella sera eravamo a letto e sentimmo il trombettiere, anch' egli congedante che suono' il silenzio "fuori-ordinanza". ll trombettiere durante la sua suonata ci mise la sua anima nella tromba, il silenzio risuono' in tutte le camerate, noi tutti affacciati alle finestre vedevamo cosa succedeva sotto di noi. Molte furono le note prolungate, non si udiva che il suono melodico della tromba, tutto tacea in quel momento. Finito, si udi' all' unisono tutti i congedanti gridare "e' finita, e' finita !!!!", erano scesi in mutandine nel cortile e incominciarono a far baccano.
Noi tutti rimanemmo muti, ci guardammo silenziosi e rimettendoci a posto asciugammo le lacrime che da sole, senza alcuno stimolo da parte nostra, incominciarono a scivolare su per le gote. Il mattino seguente molti giovani con abiti civili circolavano per la caserma mostrando, anche a chi non desiderava vedere, il suo concedo; quella mattina per non creare confusione ci portarono sul colle, questa volta ci accompagno' il capitano della nostra Compagnia. Giunti su, raccomando' coloro che dovevano usufruire della licenza di comportarsi in un modo decente e di prendere gli appositi treni che le ferrovie F.S. organizzava per loro. E raccomandava specialmente coloro che avevano dei brutti pensieri, e cioe' darsi per ammalati per non ripartire; elenco' le eventuali punizioni e condanne del tribunale militare. Come al solito ci raggiunse sul colle uno strozzino che vendeva panini e bibite fresche : si arrampicava con il suo mezzo che a malapena ce la faceva, pero' l' ultimo tratto lo doveva fare a piedi con il materiale in spalle.
Mi dissero che costui era proprietario di molti appartamenti ad Imperia, e nonostante questo voleva guadagnare altri soldi con la vendita dei panini e delle bibite : questo era il tipico genovese !!.
Ritornati giu' si ando' al rancio e ci si riposo' sino alla prossima adunata. Nel pomeriggio furono letti i cognomi dei commilitoni che beneficiarono della licenza, ebbene contrariamente a tutte le nostre previsioni, andarono a casa tutti quelli che erano stati consegnati, tutti quelli che lasciavano desiderare sul comportamento disciplinare.
Doveva andare anche quel tizio comico di Pescara il quale aveva fatto riferire al capitano che se non sarebbe andato a casa si sarebbe tagliato i polsi : fu messo in lista !!.
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Furono letti in anteprima i nomi per far si che potessero pagare anticipatamente il viaggio, giacche' i biglietti li faceva l' ufficio addetto. In quel giorno ebbi la prima fregatura dall' esercito, rimasi con la bocca spalancata sino all' ultimo per sentire il mio nome, ma questo mio desiderio svani' subito quando giunse all' ultimo partente.
Mancavano pochi giorni a Pasqua; partirono prima coloro che abitavano piu' lontano poi tutti gli altri. A partenze ultimate, in caserma rimasero ben pochi e furono quei pochi che dovettero sopportare tutti i servizi compresa la guardia. Per quelli che rimasero fu festa dal giovedi' sino al lunedì a parte i giorni di servizio; io fui di servizio di cucina al sabato e di guardia il lunedi' di Pasqua..
A Pasqua ci fecero usciré senza cappotto e guanti nella libera uscita pomeridiana mentre a quella serale il cappotto era necessario. Come al solito si ando' dapprina a prendere qualcosa per il palato in un locale modesto, poi a cinena; c' era poco da scegliere.; le sale cinematografiche erano seminate lungo la strada principale e si potevano contare sulle dita.
Quella mattina la sveglia ci colse che eravamo gia' svegli perche' pensavamo a coloro che erano andati a casa senza che lo avessero meritato; dopo i primi momenti di sconforto ci augurammo a vicenda una buona domenica, una buona Pasqua non poteva essere : questo feci notare ai miei amici commilitoni. Dopo la messa si passeggio' un poco e ricontammo i giorni che mancavano al giuramento, poi guardammo il panorama che si stendeva pigro sotto di noi. Quel giorno fummo serviti a tavola, un rancio diverso dagli altri, ma per l' ambiente diventava uguale a tutti gli altri.
Al ritorno dalla libera uscita notai il mio cognome nella lista di coloro che erano di servizio, fui di guardia alla cassa, e siccome era festa, il servizio di sentinella fu fatto di giorno e di notte : altra fregatura !!. Finito il servizio, invece di uscire, ero stanco, rimasi un poco nello spaccio, poi andai in camerata.
Lo spaccio era in quei giorni vuoto, la cassa era sempre sgombra di militari, non c' erano piu' code per prendere qualcosa. Le camerate erano piene di brande legate, di zaini pieni e ben chiusi, ma erano vuote di giovani, non c' era più quel baccano, non c' era quel fracasso che caratterizzava le nostre entrate e permanenze in camerata. Quei giorni passarono velocemente; si rividero coloro che erano andati a casa ritornare; i commilitoni della mia squadra portarono da bere, vi era fra loro un milanese che porto' anche un po' di dolci, fu festa di nuovo fra noi, si incomincio' a scherzare di nuovo dimendicando di non essere stati a casa.


La mia infanzia ?

Non ricordo molto della mia infanzia perche' non c'e' niente da ricordare, e non voglio ricordare !!.