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nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.

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Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).

 

Nella vita prima o poi ...

scoiattolo_07atutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".

 

CAR 07

Il primo mese  
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fo_win3  8° parte   La prima licenza

Le settimane passavano strappate giorno per giorno dai nostri calendari, i piu' fortunati ricevevano la visita delle proprie famiglie alla domenica, naturalmente di coloro che abitavano vicino. Trascorse un mese e fummo punturati per la seconda volta; altri tre giorni di riposo, giorni che trascorsero meglio dei precedenti poiche' oramai ci conoscevamo e ora parlava uno ora l' altro, il tempo passo' piu' velocemente del trascorrere dei nostri pensieri.
Qualcuno, buon per lui, approfitto' di questa occasione per starsene a riposo qualche giorno in piu'.
Nel frattempo si parlava del giuramento che si sarebbe svolto ad Imperia, nella nostra caserma il 2 aprile, in tale giorno dovevano prestare giuramento cinque Compagnie che formavano il 2° Battaglione del nostro Reggimento.
Si pensava a tale giorno come ad un giorno di liberazione, come un giorno che avrebbe segnato la fine di un periodo negato a noi tutti con un' altro piu' gradito, meno pesante, e i piu' fortunati furono coloro che non andarono alle varie scuole di specializzazione, specialmente a quella della Cecchignola.
Ora non si contavano piu' i giorni dalla nostra entrata in caserma bensi' quelli che ci separavano dal giuramento perche' pochi giorni dopo saremmo stati spediti altrove.
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Tre settimane prima del nostro giuramento ricevemmo un foglio ciclostilato sul quale era scritta una canzone da imparare a memoria, era la canzone del nostro Reggimento. Incominciammo a canticchiarla accompagnati dalla banda e aiutati dal maresciallo della stessa; ci fecero prima imparare una strofa, poi un' altra e poi ancora un' altra; in un giorno la maggior parte di noi ricordava a priore come andava il motivo. Nei primi giorni fu necessario il foglietto che ci aiutava ma poi fu inutile, oramai l' avevamo coltivata ed era penetrata in noi
Partecipava alle prove anche il capitano e il colonnello che insieme a noi cantavano; ci incitavano a gridare sempre piu' forte, specialmente nel finale; ma nel mezzo era necessario fischiare una strofa e qui che le prime difficolta' apparsero, pero' i fischi di tutti furono "unificati" da ciascuno e cosi' si pote' sentire un fischio che era la somma di tanti, tutti in fase tra di loro, era un fischio che si levava alto e andava a svegliare i pastori che dormivano sulle colline circostanti.
Ricordo solo poche righe dell' inno :


Quel giorno ci fecero provare e ancora provare, il colonnello voleva che entrasse nel sangue e ci riusci' perché in qualsiasi ora noi tutti andavamo fischiettando tale inno.
Anzi, un giorno per fare le cose in grande stile, fecero prelevare da Diano-Marina, Gianni Morandi, recluta come noi il quale spreco' tutta la sua voce e si dedico' con tutto se stesso, come del resto anche noi a cantare tale inno.
Qualche giorno dopo che furono terminati i giorni di riposo dovemmo faticare alquanto per il cambiamento di squadra. Scendemmo tutti nel cortile con lo zaino e tutto il nostro corredo; tutta la Compagnia era sparpagliata in ogni dove. In camerata restarono i letti nudi di qualsiasi cosa che li coprissero.
Il capitano ad uno ad uno incomincio' a chiamare per disporci in squadre e assegnandoci un altro caporale. Io dalla quarta squadra mi trovai nella quattordicesima, dal primo plotone mi trovai nel terzo; cambiò anche il caporale istruttore. Era un tipo lungo, sfaticato, un tipo che si conformava alla nuova quattordicesima squadra, il suo cognome : Carassai (e questo diceva tutto !!)..
Fu necessario cambiare squadra per assegnarci l' arma che avremmo usato nei vari corpi dopo il C.A.R.. Al mio plotone fu consegnata l' armeria dei Garand, era per me nota perche' gia' usata prima; fucile piu' da difesa che di attacco; incominciarono le lezioni su questo nuovo oggetto, come smontarlo, pulirlo, e rimontarlo senza far rimanere nessun pezzo. !!. Questo fucile pesava ben sette chili e a questo peso il braccio destro dovette essere sottoposto ad ogni esercitazione. Anche i miei amici commilitoni della vecchia squadra cambiarono, ma non erano facce nuove perche' ci incontravamo tutti i giorni.
Mancavano tre settinane a quella del giuramento e due a Pasqua; si parlava di licenze, coloro che dovevano andare a casa dovevano essere i piu' meritevoli.
Noi facevamo i calcoli : i consegnati erano parecchi, coloro che vennero in ritardo al primo giorno di naia erano molti, quelli che non si erano comportati bene stavano, quindi noi, compreso io, avevamo una buona possibilita' di andare a casa. Intanto i giorni passavano nello stesso modo, il clima si faceva sempre piu' caldo, le giornate erano sempre più lunghe.
Ci fu un periodo che ci portarono a piedi percorrendo stretti sentieri in cima ad una collina, potevamo essere a piu' di cinquecento metri sul livello del mare. Si vedeva tutta Imperia, e una larga fascia di mare calmo, sembrava una tavola blu; si notavano anche i fiumi marini, cioe' striscie di un colore piu' forte che serpeggiavano nel mare. Un panorama da vedere; andavamo li' per eseguire il mascheramento dell' elmetto con l' erba, camminare strisciando con il passo del leopardo; noi fortunatamente avevamo un caporale che di lavorare non aveva la minina voglia e cosi' passavano le ore dicendo barzellette e fotografandoci.
Un giorno il tema era quello del mascheramento naturale et artificiale, ebbene il giorno prima ci fecero assistere ad una proiezione e il giorno dopo andammo sul colle. Accompagno' la Compagnia un sottotenente che li' a poco si congedo'. Dopo aver perso parecchio tempo per tentare di sistemarci, il caporale incominncio': "dunque ci sono due tipi di mascheramenti, uno naturale e l' altro artificiale, allora per chi non avesse capito ci sono due tipi di mascheramenti, uno artificiale e l' altro naturale", si fermava qui, perche' doveva dire una barzelletta; all' avvicinarsi del sottotenente riprese :"allora ci sono due tipi di mascheramenti, uno naturale e l' altro artificiale !!".
Era da immaginarsi da queste parole che il nostro caporale era uno che nel gergo dicesi "se ne frega", di barzellette quel giorno ne furono dette tante, parlammo anche di altri argomenti a noi piu' interessanti, e soltanto all' avvicinarsi del sottotenente riprendavamo la nostra serieta' per riascoltare "riepilogando ci sono due tipi di mascheramento, uno artificiale e l' altro naturale, sia quello naturale che quello artificiale sono due mascheramenti !!..."
Questa fu l' unica frase che capimno quel giorno, non facevamo altro che disterderci a terra e goderci la brezza che sfiorava i nostri volti accaldati per il cammino e per gli indumenti che portavamo.
Naturalmente a queste giornate desiderate susseguivano quelle odiate, cioe' quelle fatte con la scopa in mano, o peggio trascorse in cucina. Nei giorni successivi ci fecero imparare come si montava di guardia, quali i doveri di una sentinella.


La mia infanzia ?

Non ricordo molto della mia infanzia perche' non c'e' niente da ricordare, e non voglio ricordare !!.