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nel sito dello "Scoiattolo del Lago Maggiore". Questo sito e' la parte individuale e personale del webmaster, responsabile del sito principale www.schino.com .
L' obiettivo del sito e' di ricomporre in una sola area tutte quelle informazioni precedentemente archiviate in soffitta per dare la possibilita' allo scrivente di rivedere il suo passato, di ricordare quanto fatto quando era ancora ragazzo, e aggiungere quello che e' presente allo stato attuale.

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Tutto qui. Spero di aver fatto un buon lavoro (non ancora finito ...).

 

Nella vita prima o poi ...

scoiattolo_07atutti noi siamo costretti a crescere, a istruirci, a modificare il nostro carattere, a conoscere gli altri, a cercare di essere nel limite del possibile coerenti con le nostre idee sia con noi stessi e sia con il prossimo e succede anche che siamo obbligati a modificare le nostre attitudini. Da giovane residente nel profondo Sud ero soprannominato il delfino del Basso Adriatico, poi ho dovuto migrare nel profondo Nord e sono stato costretto a riconvertirmi e sono diventato "Lo scoiattolo del Lago Maggiore".

 

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La Scuola Cecchignola (Roma)  
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fo_win3  17° parte   Diario del mio servizio militare, conclusioni a tutt' oggi, anno 2003

Nei giorni successivi furono distribuiti i vecchi tesserini (i nuovi non erano ancor apronti) per uscire; ormai la Compagnia era al completo : era formata da sei gruppi, ciascuno di 40 persone, delle quali una dozzina erano fuori sede o in ospedale o in convalescenza. Nelle camerate erano scomparsi i letti a castello del C.A.R.(Centro Addestramento Reclute), vi erano posti letto singoli e questo rappresentava una certa igienicita' complessiva.
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Nei primi giorni nessuno riusciva ad orientarsi nella nuova caserma, vi erano numerose palazzine, tutte lontane fra di loro; vi erano strade non asfaltate ma sassose e sabbiose. Solo nel cortile centrale e nelle sue vicinanze c' era l' asfalto. Lo spaccio lascio' molto a desiderare, era piccolo, insufficiente per contenere una massa enorme come lo eravamo noi. La sala cinematografica era sufficientemente ampia ma non ben arredata, vi erano molte sedie scomode e un caldo insopportabile. Nei primi giorni quasi ogni sera si andava a cinema per scacciare i brutti pensieri prima e poi perche' non eravamo pronti per uscire; ricordo che si percorreva molta strada perche' non sapevamo le vie di "mezzo" (scorciatoie).
Il giorno trascorreva nel seguente modo : sveglia alle 6,30, inizio primo periodo di istruzione alle 7,30 e terminava alle 11,30, poi si andava a consumare il primo rancio.
Nel primo periodo erano comprese addestramento formali et anche ginnastica, poi si andava in aula dove il nostro maresciallo dettava e noi scrivavamo; pero' ben presto ci accorgemmo del modo di fare e di dettare del nostro superiore, nei giorni successivi la giornata trascorreva tra dettato e risate che finirono ben presto nella noia.
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Mi accorsi che i miei superiori erano senza comprensione, solamente il nostro maresciallo si salvava, era un brav' uomo e si mostrava come un padre, molte volte in aula offriva le sigarette a coloro che fumavano, pero' quando lo facevamo arrabbiare diventava furioso e bestemmiava forte, ma dopo una sigaretta si calmava e tutto ritornava come prima.
Nel primo gruppo trovai un barese, al quale mi legaii in amicizia, amicizia che non poteva dirsi stretta, era un' amicizia che si doveva fare per non essere solo. Era un tipo che elevava troppo il suo io. Ormai in tutto il gruppo circolava quella espansivita', quella amicizia caratteristica delle piccole comitive con svariate idee e diverse lingue. Vi erano una dozzina di alpini, tra i quali alcuni di Bolzano e di Udine; quando parlavano tra di loro si capivano, noi restevamo a bocca spalancata per cercare di decifrare cosa dicessero; avevano accenti nuovi e parlavano con una certa velocita'.
Poi vi erano i milanesi, siciliani, piemontesi, sardagnoli, ed altri che rappresentavano le proprie regioni; c' erano anche dei romani nel nostro gruppo.
Ogni mattina ci si alzava alla solita ora, da notare che il mio posto branda era a fianco di un romano, un tipo alto il doppio di me, di scarpate lanciate da me ne ha avute tante, russava. Come dicevo il posto branda era di fianco al suo, e siccome questo ragazzo aveva la sinusite, appena si adagiava sulla branda in posizione supina, si addormentava subito : usciva dalla sua ugola una moltitudine di suoni caratteristici, suoni gutturali che svegliavano tutta la camerata, si' russava abbastanza forte, tanto da non farmi addormentare facilmente.
La nostra caserma ospitava la 7° Compagnia, quella mia per modo di dire, la 6°, la 10°, 11°, 12°, la compagnia di comando, oltre naturalmente alle compagnie di allievi A.C.S (Allievi Comandanti Squadre), complessivamente eravamo circa 2.000 uomini.
Oltre al cinema, vi era un vasto campo sportivo, poi vi era una palestra alla quale si poteva entrare solo dopo aver avuto l' autorizzazione che arrivava dopo un paio di mesi da parte del colonnello, poi lo stesso signore declinava anche ogni responsabilita' in caso di incidenti; conclusione la palestra era sempre chiusa.
L' arma che avevamo in dotazione era il G91, il moschetto della guerra 15/18, con baionetta, tutto era arruginito tanto che al primo colpo sarebbe fuso per l' eccessivo calore prodotto dagli scarichi dei gas della polvere da sparo.
Le giornate trascorrevano lente e monotone, i soliti esercizi di corsa, con l' arma perfettamente parallela al terreno, il modo di presentarsi con o senza armi, le solite cretinate che ci avevano imboccato al C.A.R. Tutto tempo perduto per ripetere le stesse cose; avanti e indietro, il dietrofront, al passo, di corsa, le conversioni su un perno, naturalmente noi eravamo scocciati e ubbidivamo meccanicamente perche' al minimo segno di insofferenza, punizione.
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Dopo che se ne fu andata la 6° Compagnia dopo tre mesi, tutti i servizi di quest' ultima erano "riservati" per la 7° Compagnia, giacche' ambedue costituivano il 2° Battaglione. Se ne andarono allegri, per loro questo inferno era finito, per noi invece restavano ancora altri 30 giorni, 30 giorni di attesa, per poi partire con un brutto ricordo da questa Cecchignola. Ormai si contano le decadi, altre tre decadi, altre due, un' altra e poi via. In questo mese i giorni trascorsi in aula furono molto pochi, eravamo tutti impegnati con altri impegni i servizi, le guardie, ecc.; le libere uscite si contavano sulle dita, si usciva una volta la settimana, per recarsi al cinema per poi rientrare, tutti stanchi e pensierosi; rientrare e leggere di essere ancora di servizio.
I giorni passavano piu' male che bene, comunque passavano, l' importante era quello, che si arrivava subito al giorno degli esami; ricevemmo la terz' ultima decade e aspettavamo la penultima.
Nota : Da notare che il nostro salario era una decade, cioe' 156 lire al giorno, per dieci giorni erano 1560 lire !!.
Ormai si arrivo' alla penultima settimana, i servizi erano sempre piu' fitti, il conto alla rovescia continuava senza sosta, tutti partecipavano a questo conteggio, tutti erano nauseati dalla 7° Compagnia, tutti volevano andar via, tutti aspettavano la loro destinazione prossima, tutti cercavano invano di saperla in anticipo, tutto inutile. I commilitoni delle altre Compagnie, nei giorni che seguirono gli esami risultarono esultanti da un lato e pensierosi sulle loro prossime e lontane destinazioni, dall' altro; la maggior parte andarono nel Nord_Est. Ci sarei andato anch' io.
Un giorno ci distribuirono la penultima decade (1560 lire), e nonostante questo partecipai alla cena di addio organizzata con molto casino dai soliti desposta. Alla cena furono invitati i nostri istruttori che si dovevano farsi trovare al ristorante. Noi uscimmo dalla caserma tutti compatti e ci recammo sul luogo dell' appuntamento. Arrivammo dopo circa 20 minuti a piedi.Si incomincio' a far casino, ad ineggiare al nostro maresciallo, al sergente e al caporale. Ci furono momenti belli ai quali non si poteva essere estranei. Poi nel finale fu invitato un noto commilitone per raccontare alcune barzellette, anche qui momenti sorridenti ed allegri, tutti parteciparono con l' anima a quella cena di addio.
Ritornati nel nostro "albergo" non si fece casino perche' avevamo promesso al nostro maresciallo di non farlo. Gli regalammo un accendino placcato in oro, mentre gli alpini, un cappello da alpino con tutti gli stemmi dei vari reggimenti; fu molto contento e si commosse, lo si vedeva in viso.
Alcuni giorni dopo diventammo militari specializzati, io ero diventato Operatore ponti radio con qualifica NOS (Nulla Osta Segretezza) e i giorni successivi eravamo ancora tutti di servizio !!. Ormai pochi giorni ci separavano dall' addio alla Cecchignola e quei giorni passavano lentamente.


La mia infanzia ?

Non ricordo molto della mia infanzia perche' non c'e' niente da ricordare, e non voglio ricordare !!.